sabato 13 ottobre 2012

Giochiamo a cancellare - Racconto breve

La paura fa 90
Giochiamo a cancellare
di Alessandro e Roberto Napolitano

Fu la puzza di urina a svegliare Rash e subito scoprì di non avere alcuna possibilità di fuga. Era sdraiato a terra, immobilizzato in un angolo della metropolitana. Sopra di lui, a osservarlo con aria di sfida, c'erano tre uomini: il primo gli schiacciava la testa sotto uno scarpone e senza badare troppo a dosare la forza; un altro gli premeva un piede in mezzo alle gambe, all'altezza dell'inguine, e premeva con veemenza; il terzo gli siedeva a cavalcioni sul torace, pisciandogli contro la faccia.
Quest'ultimo gonfiò il petto e schiarendosi la voce gli domandò:
— Piaciuto il risveglio?
Non ci fu risposta. Allora l'uomo si fece più vicino, fino a premere contro la fronte del ragazzo una barba grinzosa. Poi abbassò di qualche centimetro la testa, portando la bocca all'altezza delle narici di Rash. Alitò con soddisfazione.
— Bello stronzetto, adesso ci divertiamo un po'!
Frugò nella tasca e quando ebbe tra le mani ciò che cercava inarcò il sopracciglio con fare eccitato.
— Facciamo il gioco del cancella il coglione.
Rash deglutì. Tentò di liberarsi, ma la pressione dello scarpone sulla testa aumentò, così come quella del piede che poggiava tra i testicoli.
L'uomo a cavalcioni aprì la mano con calibrata lentezza, come a voler svelare la più eclatante delle sorprese.
— Cosa vuoi fare con quel coltello? — domandò Rash inorridito.
— Un gioco dalle regole semplici — l'uomo sputò sulla lama e se la strofinò contro il cappotto lercio — consiste nel cancellare tutto ciò che di stronzo ti troviamo addosso. Vedrai, farà un po' male, — poggiò la punta dell'arma sulla camicia del ragazzo e iniziò a far saltare i bottoni — ma alla fine avvertirai un piacevole senso di pulizia.
Rash guardò il coltello di traverso, sentendolo scorrere lungo il petto: su e giù, sinistra e destra.
— Tremi, mica avrai paura?
— Maledetti cani, lasciatemi andare, io… Non voglio!
— Io, io, io! — a ogni "io" la punta del coltello pizzicava la pelle del ragazzo — Siete così arroganti quando siete in gruppo, ora che sei tutto solo non puoi dirci che non vuoi. Non fare così, ci deludi! Lo sai perché giochiamo a cancellare?
— Io…
Il coltello incise la carne e un fiotto di sangue zampillò fuori.
— Non devi dire "io"! Lo sai o no perché facciamo questo gioco con te?
La voce di Rash tremava: — Non c'ero l'altra sera, ve lo giuro. Ho sentito dire cosa è successo, ma non ero lì.
— Molto bene, è un sollievo sapere che conosci il motivo per cui sei tra noi.
— Lasciatemi andare, vi scongiuro, posso dirvi chi è stato a dare fuoco al vostro amico.
— Non c'è bisogno che ti disturbi, ce lo troviamo da soli. Siamo straccioni, a parte l'immondizia non abbiamo altro. Neanche una fottuta baracca da abitare. Campiamo d'aria noi, ma sappiamo stare al mondo anche se non gliene frega un cazzo a nessuno. Almeno fin quando restiamo nelle fogne. Piuttosto, vediamo cosa c'è qui: - ora la lama del coltello si muoveva frenetica sul torace nudo e il tono della voce dell'uomo si faceva sempre più forte - i tatuaggi di una svastica, la croce uncinata, e un bel ritratto di quel cazzone che con le sue cagate ve lo mette nel culo. Che dici? Iniziamo da lui?
La punta del coltello s'infilò per la seconda volta sotto la pelle di Rash, seguì i contorni dei tatuaggi fino a rimuoverli. Il ragazzo perse i sensi, giacendo a terra riverso in una pozza di sangue.
I tre uomini raccolsero i propri stracci e percorsero il tunnel della metropolitana fino a trovare un luogo nascosto dove vivere la notte.
E la vita.


Giochiamo a cancellare è uno dei racconti inseriti nell'antologia La Paura fa 90.

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Nell'antologia è contenuto un racconto del maestro dell'horror italiano Danilo Arona.


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